mercoledì 25 luglio 2012

La Dogana: preludio della battaglia


Il capitano e il resto della compagnia rispettarono le condizioni imposte dal mercante, e prima dell’alba avevano oltrepassato il passo poco distante dal paese, con le prime luci dell’alba sparirono gli ululati dei lupi che avevano eccheggiato durante la notte. Il sentiero che passava nel fitto  bosco di larici era particolarmente angusto e i quattro cavalieri procedevano appiedati.
Procedettero descrivendo un largo giro mantenendosi in quota, passando così dal lato sinistro al lato destro della vallata fluviale sottostante. La discesa fu particolarmente lenta, la valle senza nessuna mulattira era percorsa da un sentiero in terra, completamente infangato dallo scioglimento della nevi e della abbondanti piogge del periodo.
Solo alla fine della valle, dopo circa 8 ore di cammino avvistarono i primi casolari in pietra addossati alla parete rocciosa che chiudeva la valle.


“la dogana è chiusa” gridò un soldato dalla sommità di una piccola torretta merlata.
“ma è mezzogiorno! Perchè non è possibile passare?” rispose il capitano
“la Grida” disse il soldato senza più sporgersi dalla torre per parlare con quelli sotto.
“di cosa parlate? Nessuna grida è stata udita nei giorni passati”
“da ieri, tutte le dogane sono chiuse, non si entra e non si esce l’anno deciso i potestà della valle” disse sempre senza mostrarsi “si marcisce tutti qua in valle”.
Da sotto si sentì il rumore di un cucciaio sul fondo di un recipiente. “ma noialtri che abbiamo da fare qui? Per quanto saremo bloccati e cosa faremo?” rispose il capitano dopo aver fiutato nell’aria l’odore di polenta bruciata.
“non ho niente da spartire con voi, finchè c’è la peste non si entra e non si esce” disse disienteressatamente
“soldato, siamo qui da molto tempo, ad uscire vi leviamo d’incomodo”
“Avete mai visto un appestato voialtri lassotto?” disse il soldato questa volta sporgendosi “uno spettacolo da fare terrore!” disse sottolineando con un gesto del capo la gravità dell’affermazione. “Io ne ho visto uno una volta, e mi fulmini il cielo se per poco non muoio di spavento”. Il capitano rimase immobile, meditando sul da farsi. Quello capitì che era ammutolito dalla sorpresa.
“Tornavo bel bello verso la guarnigione, dopo una serata a bere un goccio” fece un gesto come per portarsi una coppa alle labbra. “ho sentito dunque del trambusto in una casa che si affacciava sulla strada, quattro cavallieri sostavano fuori dal cortile vestiti come andassero in guerra con le spade sguainate, arrivato nei pressi dell’ingresso ho visto il malato” degluti “i cenci che aveva indosso, coperti di sangue, nel cortile altri quattro guerrieri lo avevano infilzato da parte a parte con le picche e stava inchiodato al muro, uno normale in quelle condizioni sarebbe morto” fece una pausa “ma la peste non ti fa morire! Diventi insensibile al dolore... e si agitava sperando di riuscire a prendersi quei bravi armigeri!”.
I soldati della compagnia erano immobili preoccupati del racconto che sentivano fare. Il soldato sulla torre continuò “si muoveva, e si dimenava per liberarsi, i quatttro spingevano le picche in dentro al muro, per liberarsi quell’uomo avrebbe dovuto aprirsi il torace” si schiarì la voce “ per farla breve c’era una specie di cavalliere o prete, con una mazza ferrata gridando benedizioni o maledizioni gli ha fracassato il cranio” sputò dall’altro della torre “mi viene da vomitare solo a pensarci, e io ne ho visti di sbudellamenti ma quel puzzo di marcio in una battaglia tra cristiani non lo sentite di sicuro”. I soldati sotto la torre si guardavano tra loro mentre quello di sopra riprendeva “, e non è mica finita, hanno fatto piazza pulita di tutti i parenti che non erano stati uccisi dall’appestato, hanno chiuso porte e finestre e bruciato tutto, aspettando attorno alla casa finchè il fuoco ha lasciato solo cenere”.
Il capitano allontanò i pensieri dai ricordi che lo riportavano indietro di un anno, ed era fuggito dagli appestati, che avanzavano barcollanti in cerca di carne umana di cui nustrirsi.
“Soldato, ho un ordine scritto del Potestà della Quadra Alta, prendilo e facci passare”.

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